sabato 1 novembre 2014

Il "concerto" del Big Bang

Buongiorno!

Avete mai sentito il fruscio di una radiolina agganciata ad una stazione che prende poco? Ecco, voi cambiereste subito canale e non date molta importanza a quel suono.... In realtà una piccolissima parte è dovuta alla luce del Big Bang, ovvero le onde radio ( che sono una forma di luce, se le potessimo vedere non sarebbe mai notte! ).

Ok, non mi credete, ma è la verità! ;-)

Qui lascio un video composto da una rappresentazione artistica della Grande Esplosione Primordiale e un fruscio registrato da me con un semplice cellulare senza cuffie ( quindi poco segnale ) :


sabato 20 settembre 2014

Due nuove sonde per il pianeta rosso.

La sonda americana Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) della Nasa e Mom (Mars Orbiter Mission) dell’agenzia spaziale indiana Isro si inseriranno nelle prossime 48 ore
una dietro l'altra nell'orbita di Marte. Maven ha già iniziato le manovre per entrare in un orbita circolare intorno al pianeta rosso, e dovrebbe arrivare alle 3:50 di lunedì. Mom, ribattezzata con il nome di Mangalyaan invece si inserirà in un orbita molto ellittica, con un punto vicino al pianeta che arriva a soli 423 chilometri, mentre quello più lontano a 80.000. Quest'ultima studiera’ l’atmosfera e la morfologia della superficie di Marte e avrà una vita di soli 5 mesi, e indagherà sui motivi che hanno fatto sparire l’acqua e da dove arrivi l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, mentre Maven dopo un periodo di sei settimane, testerà la piena funzionalità degli strumenti scientifici, e a novembre incomincerà a lavorare studiando composizione, struttura e dispersione di gas nella fascia più alta dell’atmosfera di Marte. Per arrivare sulla Terra, il loro segnale impieghera’ 12,5 minuti prima di arrivare a destinazione, e se tutto andrà per il meglio, l’Isro sara’ la quarta agenzia spaziale ad arrivare su Marte dopo quelle di Russia, Stati Uniti ed Europa.

venerdì 19 settembre 2014

Pianeti extrasolari: cosa sono?

Ciao a tutti!

Oggi con questo post voglio spiegarvi cosa sono gli esopianeti!

Dovete sapere che il primo esopianeta scoperto è 51 Peg B, orbitante intorno alla stella 51 Pegasi...

Ma partiamo con ordine.

Un pianeta è un corpo celeste orbitante intorno ad una stella, ad esempio Giove è un pianeta che orbita intorno al Sole.

Rappresentazione artistica del pianeta 51 Peg B e della sua stella, 51 Pegasi.....
Un esopianeta è invece un corpo celeste che orbita intorno ad una stella al di fuori del Sistema Solare, come nel caso di 51 Peg B.

Fino a poco tempo fa si pensava che i pianeti extrasolari non esistessero, mentre fino ad oggi sono stati scoperti centinaia di esopianeti! Alcuni di questi sono potenzialmente abitabili, infatti si trovano nella cosiddetta "zona verde" o "zona abitabile", nella quale può esistere l'acqua allo stato liquido.

La Terra stessa si trova nella zona abitabile, che si trova a circa 1 A.U. (149.000.000 di km) dal Sole, se la Terra si fosse trovata troppo vicino al Sole, gli oceani evaporerebbero, e il calore farebbe fondere il piombo; mentre invece se si fosse trovata troppo lontano dal Sole, sarebbe una palla di neve!

I ricercatori cercano i pianeti extrasolari intorno a stelle "fredde", esse sono le nane rosse, che hanno temperature di circa 3.000 gradi kelvin, quindi la zona verde si trova più vicino alla stella. E poi i pianeti, nel loro moto orbitale, fanno muovere leggermente la propria stella, quindi con le nane rosse - che sono più piccole del Sole - è più facile notare quel leggero movimento.

Quindi, capite la fortuna di vivere su un pianeta favorevole alla vita? Se riuscissimo ad individuare un pianeta simile al nostro, sarebbe la scoperta più grande per l'uomo....

E forse in un futuro lontano, potremo dire su uno di questi: "Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità"!

Le tute spaziali del futuro!

Saranno sottili come una seconda pelle le tute spaziale dei futuri astronauti, e non più come le ingombranti tute pressurizzate di oggi. E quello che si sta progettando al Massachusetts Institute of Technology (Mit), abiti leggerissimi, facili da indossare, elasticizzati e aderenti, modellati da minuscole pieghe leggermente in rilievo. Entrarci sarà molto facile, e una volta fatto basta collegarla ad una fonte elettrica per farla aderire perfettamente al corpo, avendo cosi una grande libertà di movimento. Gli astronauti potranno lavorare senza problemi e prima di tutto in sicurezza, e toglierla sarà anche un gesto semplice perchè basterà un po di forza per perdere l'aderenza. Ciascuna piega e’ realizzata in un materiale a memoria di forma, materiale deformabile che si contrae con il calore e ritorna alla sua forma originaria. La tuta sara pressurizzata, ma invece di usare dei gas, sarà applicata una pressione meccanica direttamente sulla pelle.

Troppa antimateria nello spazio


Lo segnala un esperimento sulla Stazione Spaziale Internazionale, l'antimateria, ovvero l'opposto della materia con cariche elettriche di segno opposto, è troppa. E' stato confermato dall'esperimento Ams-02 (Alpha Magnetic Spectrometer), e a questo esperimento partecipa anche l'Italia con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Esiste piu antimateria di quanto ci si aspettava, e i dati hanno rilevato che la differenza di quello che succede nel mondo delle basse energie con energie molto alte, il rapporto tra antimateria e materia e’ quasi
paragonabile. "Questo risultato rappresenta un importante passo avanti nello studio di un fenomeno (l’eccesso di positroni) che era stato riscontrato per la prima volta nell’esperimento spaziale Pamela, e che oggi viene misurato da Ams-02 con una precisione e un’estensione nell’intervallo di energia senza precedenti" ha spiegato il presidente dell'Infn Fernando Ferroni. L'antimateria esiste, è 6 volte più abbondante della materia tradizionale e in futuro si capirà cosa è dovuto questo eccesso.

giovedì 18 settembre 2014

MAVEN verso Marte!

Dopo 10 mesi e circa 700 milioni di chilometri percorsi, per domenica 21 Settembre è prevista l'arrivo dell’orbiter NASA Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN). Per prima cosa, i tecnici e ricercatori del Lockheed Martin Space System di Littleton, in Colorado, faranno delle manovre per inserire l'orbiter dentro l'orbita di Marte, mettendo in moto dei sei piccoli propulsori per stabilizzare il veicolo spaziale. Dopo un periodo di sei settimane, testerà la piena funzionalità degli strumenti scientifici, e a novembre incomincerà a lavorare studiando composizione, struttura e dispersione di gas nella fascia più alta dell’atmosfera di Marte. MAVEN sarà usato anche come ripetitore per comunicare con Curiosity e Opportunity e mapperà la cometa C/2013 A1 Siding Spring durante il suo passaggio ravvicinato. Infatti l'intero pianeta rosso sarà investito dalle particelle di polvere della cometa, e per i rover non ci dovrebbe essere nessun rischio.

Una galassia nana con un cuore supermassiccio

Anche se solitamente i buchi neri si trovano al centro di grandi galassie, un gruppo internazionale di astronomi, guidati da Anil Seth della University of Utah, ha trovato un buco nero supermassiccio in un bozzolo di stelle molto piccolo: la galassia nana ultracompatta M60-UCD1, la più piccola galassia conosciuta sino ad oggi. Questo vero e proprio mostro gigante è stato "scovato" attraverso i dati raccolti dal telescopio Gemini Nord dell’osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii, e quelli del telescopio spaziale Hubble. M60-UCD1 è la galassia più massiccia nella categoria delle galassie nane ultracompatte con 140 milioni di masse solari e dista da noi 54 milioni di anni luce. Questo buco nero è straordinario, perchè costituisce il 15% della massa complessiva della galassia nana ultracompatta! Molto probabilmente, questa galassia era molto più grande, costituita forse 10 miliardi di stelle, che si è trovata poi a transitare nei pressi della galassia ellittica M60, e da questa interazione, tutte le stelle e la materia oscura nella parte esterna della galassia sono state strappate via dalla galassia più grande. Questa scoperta fa intuire che ci sono un gran numero di altre galassie nane ultracompatte che ospitano buchi neri supermassicci, e questo risultato rappresenta un grande passo in avanti nella loro conoscenza.

mercoledì 17 settembre 2014

Una giovane stella nelle vesti di una vecchia

Si chiama WASP_18b, un pianeta extrasolare con una massa pari a 10 volte quella di Giove e dista 330 anni luce dal sistema solare insieme alla sua stella WASP_18. Questo gioviano caldo orbita intorno alla propria stella in meno di 23 ore, e fa parte e pianeti classificati come “Hot Jupiter” e fa sembrare "vecchia" la sua stella madre. E' la prima volta che si osserva un fenomeno del genere, la stella ha una massa più o meno pari di quella del Sole e viene classificata come di classe intermedia tra una subgigante bianco-gialla e una stella bianco-gialla di sequenza principale. I ricercatori hanno scoperto che WASP-18 avrebbe un’attività cento volte inferiore a quella che potrebbe “permettersi” per l’età che ha. La sua età è stimata intorno a 500 milioni e i due miliardi di anni, ma non emette intense emissioni di raggi X, niente forti campi magnetici, nessuna grande eruzione o fiammata. L'ipotesi più accreditata è quella che le forze mareali create dalla spinta gravitazionale del pianeta gigante abbiano causato un interruzione del campo magnetico della stella. Quindi la causa è il suo pianeta, che con la sua forza di gravità sta creando uno scompiglio all'interno della sua stella madre, probabilmente un sommovimento dei gas all’interno della stella tale da provocare un indebolimento della convezione.

Un sistema planetario davvero anomalo.


Siamo abituati a sistemi planetari con giganti gassosi con orbite abbastanza lontane dalla propria stella, ma Kepler-101 è un vero e proprio sistema solare "invertito". Grazie alle misure dello spettrografo Harps-N e alla fotometria del satellite Kepler,, gli astronomi hanno trovato un super-nettuno caldo, Kepler-101b, e da un pianeta più esterno di dimensioni terrestri e massa inferiore a quattro volte la Terra, Kepler-101c. Orbitano intorno ad una stella di classe G, un sole evoluto e ricco di metalli, e distano rispettivamente di 0.05 e 0.07 UA. Questa ricerca mette in evidenzia per la prima volta un pianeta gigante interno e un pianeta dalle dimensioni terrestri all'esterno, «Questo è davvero uno dei principali risultati del nostro lavoro: Kepler-101 non segue la regola (riscontrata nella maggior parte dei sistemi planetari doppi di Kepler) che il pianeta più grande ha anche il più lungo periodo orbitale, come succede anche nel nostro sistema solare» Ha spiegato Aldo Bonomo, post-doc all’INAF – Osservatorio Astronomico di Torino. Queste conclusioni sono state possibili grazie alla velocità radiale spettrografo Harps-N installato nel 2012 sul Telescopio Nazionale Galileo.